RESISTENZA FEMMINILE ISTRIANA

COORDINAMENTO DONNE A.N.P.I.

La “voglia” di antifascismo militante ha portato, in attesa dello svolgimento del congresso nazionale A.N.P.I. 24-27 marzo 2022, ad una ‘adesione massiccia femminile.

Il “Coordinamento donne A.N.P.I.”  della sezione di Udine, informa come la presenza femminile abbia superato il 50% del totale delle adesioni.

Del resto questo fenomeno era visibile prima ancora dello scoppiare della “pandemia”, nel 2019 -2020.

A Varese in occasione della presentazione di “Nazionalismi ed esodi istriani” organizzata dall’A.N.P.I. provinciale, la partecipazione femminile, era stata maggioritaria.

Dal sito “Coordinamento donne A.N.P.I.” del Friuli Venezia Giulia 19 ottobre 2021 “ Il neonato coordinamento regionale vuole porsi, come espressione  incisiva delle istanze democratiche nella società odierna, portando avanti la lotta per la libertà e i diritti civili con forza, passione e dedizione: le stessi sentimenti che animarono le partigiane durante la resistenza… . Oggi rimane ancora molto lavoro da svolgere, per giungere  all’attuazione dei principi di uguaglianza e pari opportunità tra le persone, in particolare nei confronti delle donne.

 

RESISTENZA FEMMINILE ISTRIANA

In previsione del capitolo: “Resistenza femminile istriana” inserito  in “Ritorneremo” intendiamo ricostruirne i punti salienti, durante il secondo conflitto mondiale, tramite documenti, proclami, volantini e opuscoli.

Drndic nel suo “Le armi e la libertà dell’Istria 1941-1943” calcola che se le organizzazioni giovanili istriane: 30 mila militanti, le donne erano 25 mila oltre l’80%.

Sostituirono i loro uomini: fratelli, mariti, fidanzati, padri e figli.

Senza la loro partecipazione la Resistenza non sarebbe esistita perché il loro ruolo fu visibile non soltanto nella partecipazione alla lotta ma, soprattutto, nel loro ruolo di organizzatrici di una società solidale e ricca di aspetti culturali.

Il loro ruolo non si concluse con la fine del conflitto, ma proseguì nella ricostruzione della nuova società istriana.

La “Donna istriana”, nel suo primo numero si pose tra i suoi compiti “Quello di raggruppare intorno a sè tutte le donne dell’Istria, italiane e croate, della campagna e della città, perché si conoscano e si avvicinino fra di loro e, sopratutto, le invita a scrivere su questo giornale ciclostilato , sul loro lavoro, sulla loro lotta e sopratutto dei loro tentativi di “dare impulso all’educazione sociale delle nostre donne, rimasta arretrata durante i lunghi anni di schiavitù fascista nei quali ogni progresso era stato soffocato dal regime di oppressione”.

Interrompendo la civiltà mitteleuropea che aveva posta le basi per un evoluzione paritaria fra i sessi.

La finalità di “Donne Istriane” è di far conoscere “Il posto che spetta alle nostre donne, oggi nella lotta e domani nell’organizzazione della nuova vita statale, in cui anche la donna italiana dovrà entrare cosciente del valore della raggiunta libertà e della partecipazione che da lei si attende e che le è riservata”.

 

UNIONE DONNE ITALIANE (UDI)

Sotto la spinta della Resistenza, in Italia, nel 1949, l’UDI si mobilitò per salvare dalla fame 70mila bambini provenienti dal meridione con i cosiddetti ” treni della felicità”; vedi “Requiem per il popolo istriano” pag 153-154.   

 

LA PRIMA CONFERENZA DEL MOVIMENTO FEMMINILE

La prima conferenza della Lega della Gioventù avvenne ai  margini della Ciceria, sul Monte Maggiore.

Il primo aprile 1944 ottocento giovani, al 90% donne, elessero 75 membri in grado di governare in tutti i suoi aspetti, la Resistenza istriana.

 

La determinazione femminile si manifestò con  l’organizzazione della mietitura e del raccolta del grano.

La “Donna Istriana” mobilitò centinaia di donne con la parola d’ordine: “Bisogna  salvare il raccolto perché non lo porti via il nemico. Il pane del popolo deve nutrire il nostro popolo”.

Immediatamente dopo fu organizzata la Conferenza femminile del fronte antifascista, il 24 luglio a Raspo, in Ciceria, con 1.500 partecipanti, durante la quale fu definitivamente stabilito il ruolo della partigiana istriana.

La “Donna Istriana” si assunse l’impegno di organizzare la Conferenza assumendo l’impegno di organizzare le assemblee locali e scegliere le più predisposte alla lotta.

 

Con queste energie e l’entusiasmo solare e limpido, la Resistenza ebbe quell’impulso efficace che la porterà alla vittoria, nell’aprile 1945.

 

ATTIVITA’ ARTISTICO –  CULTURALI  

La Resistenza femminile fu in grado di creare, in piena repressione nazi-fascista, non soltanto un sostegno logistico, alimentare e sanitario, ma si dedicò alle attività didattiche e culturali.

 

Fu sviluppata una rete scolastica e dell’educazione medianti gruppi didattici.

Furono cosi creati corsi per l’insegnamento.

Il comitato regionale della M.P.L., decise di formare una compagnia teatrale multiculturale: la Otakar Kersovani in grado di elaborare canti, musiche, recite.

 

IL BERRETTO PARTIGIANO

Di questi canti mi ha colpito quello cantato dalle adolescenti che trascorrevano le loro notti confezionando “berretti partigiani” con la stella rossa, indossati dai loro “eroi”, nel momento del giuramento.

 

In attesa di raggiungere i combattenti queste giovane donne pronunciavano queste parole:

 “ Mamma dammi un ago   

e un po’ di filo rosso

per cucire la berretta partigiana

per il combattente ferito

 

Morte al fascismo

e libertà al popolo

Lo farà anche mia madre

a mandarmi alla brigata”

 

Ringraziamo il Museo Storico e Navale dell’Istria in particolare la dssa Lana Skuljan per la collaborazione

Category: A.N.PI., Esodo, Istria, istrianità, Remo Calcich

- 3 Marzo 2022