EUROPEISMO E NAZIONALISMI

SINTESI DEL SAGGIO “EUROPEISMO E NAZIONALISMI”(48 pagine) TRATTO DA “ESODI DEL POPOLO ISTRIANO E IRREDENTISMI”

 

Jacques Le Goff considera Giorgio di Podiebrad l’autore del primo progetto che prevede la creazione di un assemblea per un Europa unita.

“Il Re di Boemia dichiara esplicitamente che il fine e il mezzo di questa unione è la rinuncia alla guerra tra gli stati europei.

Era, cinque secoli fa, l’appello a un Europa della pace e l’indicazione della pace come bene principale dell’unione europea.

Prevede, in caso di conflitto tra i membri dell’assemblea, l’intervento di una forza comune di arbitrato.

Invoca un luogo specifico come sede dell’assemblea.

Propone la creazione di imposte e di mezzi finanziari specifici per sovvenire alle spese dell’assemblea.

Propone che assemblee della durata di cinque anni si tengano successivamente in diverse città europee, cominciando da Basilea, seguita da una città francese, poi da una italiana.

Chiede l’istituzione di un blasone comune, di un sigillo, di un tesoro, di archivi, di un rappresentante, di un procuratore fiscale e di funzionari.

Propone di attribuire un voto ad ogni “nazione” (Francia, Germania, Italia, eventualmente Spagna ecc.).

Le decisioni saranno prese a maggioranza e in caso di parità “prevaranno i voti dei delegati che rappresentano i signori di maggior titolo e merito”, le altre nazioni firmatarie del patto sceglieranno tra i due partiti.

Questo è il contenuto sorprendente di un testo che non ebbe purtroppo nemmeno un vago inizio di realizzazione”.

E’ sorprendente che quest’idea venga espressa nel momento della nascita degli stati nazionali e prima che abbiano espresso nei secoli la loro carica distruttiva.

In particolare quelli di Francia, Inghilterra, Spagna, Germania e Italia.

 

GLI STATI NAZIONALI : FRANCIA

La Francia diventò stato nazionale attraverso l’eliminazione e l’assimilazione da parte del “Ile di France” delle comunità contigue.

La contea di Tolosa, del Languedoc e la Provenza furono, agli inizi del duecento, il primo obiettivo di conquista.

I re di Francia manipolarono il dissenso religioso di una minoranza eretica di quei territori.

I francesi del Nord, 1209, con l’appoggio della chiesa utilizzarono questo motivo per trasformare una guerra di conquista in una Crociata analoga a quelle combattute in Palestina.

Il risultato finale fu la devastazione di territori e culture all’avanguardia nel panorama medioevale europeo.

Sempre nel 1212 iniziò la conquista e l’assimilazione della Bretagna.

La Rivoluzione francese e i suoi valori universali saranno il pretesto per depredare e dominare l’Europa.

La Francia, privata dopo le guerre napoleoniche delle sue ambizioni, si proietterà in Africa ed Asia in una spericolata e criminale azione coloniale.

Dopo il secondo conflitto mondiale la “grandeur” francese si renderà responsabile di eccidi di centinaia di migliaia di morti, dal 1945 al 1954, in Indocina.

Dal 1954 al 1962 devasterà l’Algeria provocando oltre un milione di morti; il tentativo di golpe militare del O.A.S. sarà, a malapena sventato.

I sovranisti francesi del “Front National” sono gli eredi di questi golpisti .

 

REGNO UNITO

Lo stato nazionale inglese si formò durante il conflitto anglo-francese: la guerra dei cento anni (1339-1453).

La perdita dei territori francesi costrinse la nazione inglese a consolidare la sua identità.

Lo stato nazionale che ne derivò, iniziò la sua fase espansionista sia, sull’intera isola britannica che in Irlanda.

Secoli di stragi, di tentativi di assimilazione forzata contradistinguono l’azione del regno britannico.

Il suo tentativo di genocidio culturale ed etnico nei confronti dell’Irlanda è un dato storico incontrovertibile.

Il suo delirio nazionalista raggiunse l’apice nel diciottesimo e dicianovesimo secolo, nel momento in cui si ritenne il detentore del progresso della civiltà universale.

Il dominio della finanza mondiale e il controllo delle materie prime sud africane, passò attraverso il tentativo di eliminare il popolo boero.

Nel 1900 i quaranta campi di concentramento collocati in Sud Africa furono in grado di provocare mortalità dalle proporzioni spaventose: il 35% negli adulti , l’88% nei minori.

AUTO DA FE’

SPAGNA

Ad esprimere “l’hispanidad” orgoglio nazionalista sarà una minoranza etnica, il castigliano: erede dell’ibero-visigotti .

La Spagna della Reconquista continuò ad essere sciovinista, anche dopo la sua unità.

La sua “mission” sarà, nei secoli, quella di estirpare le radici culturali degli altri popoli iberici come quello basco e catalano.

Il cattolicesimo, quello di Santiago de Compostela, dei tribunali dell’Inquisizione di Torquemada, degli “atti da fè”, eliminò nei secoli le due sue componenti fondamentali: ebrei e musulmani.

Marcellino Menendeo Pelajo, storico spagnolo per sintetizzare il tramonto della Spagna non esita a dire:” l’espulsione degli ebrei e dei moriscos sarà la causa principale di decadenza della penisola”.

La Spagna dei “ conquistadores”, in nome della cristianità, depredò a partire dal XV sec., l’America centrale e meridionale.

Intere civiltà come l’azteca e l’inca furono azzerate, un genocidio di decine di milioni di “selvaggi” che ha condizionato la storia di un intero continente.

L’aggressione franchista del 1936 nei confronti della Spagna repubblicana e progressista fu intesa come “Reconquista”.

La guerra civile, con il suo milione di caduti e due milioni di internati, dilaniò la Spagna .

A distanza di oltre ottanta anni, uno strascico di odi e risentimenti, condiziona la convivenza.

 

GERMANIA

La rivoluzione luterana ha insegnato ai tedeschi che “l’obbedienza ha un valore di comandamento divino”.

Per lo storico Schirmann “ obbedire al principe non è più soltanto un dovere civico ma anche un dovere religioso”.

La Germania, nel 1870 , verrà costruita intorno alla Prussia, ritenuta “un immensa caserma” dove, come stabilito da Federico Guglielmo Hohenzollern, tutte le “risorse sono mobilitate per incrementare la potenza dell’esercito prussiano”.

Nella seconda meta dell’800 l’impero tedesco, fondato nel 1871 dopo le guerre contro l’Austria (1866) e Francia (1870) si affermerà come la prima potenza europea.

Anche se parte degli storici ritiene che la Germania sia stata la principale responsabile nello scatenamento della prima guerra mondiale, diventa prevalente l’opinione che le responsabilità vadano ripartite tra i diversi nazionalismi europei: francese, italiano, inglese, tedesco, russo e, perfino serbo e ceco: nel creare una “carneficina” che ha sacrificato decine di milioni di vittime.

Nel primo dopoguerra sarà il nazionalismo francese a determinare l’instabilità economica e politica tedesca della repubblica di Weimar e a spingere la Germania a diventare nazista.

Il nazional-socialismo, provocherà un ecatombe spaventosa: 68 milioni di morti, di cui circa 44 milioni di civili.

Seguirà, nel secondo dopoguerra, l’espulsione dalla loro patria di decine di milioni di cittadini.

REPUBBLICHE MARINARE

ITALIA

A partire dal XII sec., per oltre seicento anni, fino alla seconda metà dell’800, l’Italia ha affermato il suo primato economico e culturale prima mediterraneo e, successivamente, europeo.

I mercanti delle repubbliche marinare: Amalfi, Pisa, Venezia e Genova saranno i protagonisti, come sostiene Braudel, della prima grande mondializzazione.

NAVI IN BATTAGLIA

Il loro dinamismo non si limitò ad una penetrazione commerciale nel retroterra della penisola, ma si spinse nel nord-europa.

IL CAMBIAVALUTE E SUA MOGLIE

Per sostenere questi grandi volumi commerciali, i mercanti-banchieri posero le basi del credito e della assicurazione.

Prototipo di questi operatori fu Cosimo dei Medici, mecenate della cultura, protagonista del fulgore rinascimentale che rese Firenze “fiore d’Europa e del Rinascimento” (le Goff).

La frequenza nelle università di Bologna e Padova, come sostiene Livet, fu prestigiosa e tale da esercitare sui paesi dell’Europa centrale “una seduzione potente”.

Dante e Petrarca furono considerati gli astri della letteratura europea.

Bernini, Boromini, Caravaggio, Tiepolo, Canova e, soprattutto, il Palladio influenzeranno il gusto estetico europeo.

Il primato italiana si prolungò nei secoli, oltre il Rinascimento in modo tale che l’architetto Domenico Gilardi, l’autore della ricostruzione di Mosca, operò dal 1812.

Monteverdi e Palestrina stabilirono la supremazia italiana nella musica.

Scamozzi inventò il teatro moderno.

 

IL RISORGIMENTO:

MAZZINI

A partire dalla prima metà dell’800 l’influenza ideologica di Mazzini sul Risorgimento fu totale.

Dal romanticismo e dalla rivoluzione francese aveva ereditato il concetto di nazione.

Egli instillò “negli italiani la convinzione che Roma conferisse all’Italia una particolare legittimità e, quindi, l’Italia erede di Roma doveva assumere di fronte all’umanità l’obbligo di un impegno più oneroso, di una più grande missione (Chabod)”.

Proclamato il Regno d’Italia la classe dirigente risorgimentale, in preda ad un delirio espansionista ritenne di dover ricostituire un impero coloniale e mediterraneo.

Fino a quel momento l’italiano come lingua ufficiale o veicolare era diffuso in tutto il mediterraneo.

Costa Azzurra, Corsica, Tunisia, Malta, Dalmazia, Istria, isole greche, Impero ottomano e, perfino, in Svizzera.

Il suo primato economico e culturale aveva contagiato nei secoli precedenti le “élite” nei territori dove avevano operato i mercanti delle repubbliche marinare.

Nel XIX secolo, il secolo del nazionalismo, la lingua era potenzialmente “una bandiera” e il territorio su cui essa sventolava un membro staccato dalla patria ideale, una provincia da redimere” (Romano).

L’unico strumento per ricongiungerla alla “nazione madre” era il metodo mazziniano impostato sul terrorismo.

Le opinione pubbliche: svizzere, francesi, inglesi, mitteleuropee e ottomane isolarono il “bel paese”.

 

MOVIMENTO FEDERALE

L’Unità d’Italia s’imponeva ormai da secoli ed era naturale che tale processo si concludesse nel pieno rispetto delle sue tradizioni.

Dal 1848 al 1859 il programma risorgimentale era partito su basi regionaliste e federaliste.

Carlo Cattaneo proponeva un Italia democratica, federale e laica; Giuseppe Ferrari ,scrittore federalista, intuì il deterioramento, a partire dal 1859 del progetto unitario e definì il nuovo soggetto politico, il Regno d’Italia, il risultato di un annessione dell’intera penisola da parte del Regno di Sardegna “l’ultima invasione barbarica”.

 

MAZZINI E L’IRREDENTISMO

Mazzini e i suoi discepoli trasferiranno la carica eversiva del loro “credo” nel “irredentismo”.

Se “l’ispanidad” spagnola, la “grandeur” francese, “l’imperialismo” inglese, “il militarismo” tedesco, tuttora compenetrano i diversi nazionalismi, “l’irredentismo” è la variante italiana, un valore ambiguo e destinato a sconvolgere il nord-est già integrato da secoli nell’aria danubiana.

Mazzini connetterà questo “valore” alla “rigenerazione morale” della nazione.

Sarà Mazzini che influenzerà generazioni di Italiani nei decenni a venire con il suo “insieme di citazioni storiche, reminiscenze letterarie, valutazioni strategiche e considerazioni geografiche alla base del diritto dell’Italia ai territori dell’Adriatico orientale” (Cattaruzza).

 

NASCITA E PROGETTO UNITARIO

Dopo la conquista e l’annessione del Sud, le battaglie di Custoza e Lissa nel 1866, l’acquisimento del Veneto tramite la Prussia , la disfatta di Adua in Etiopia, i moti sociali a partire da quelli siciliani del 1866, alla rivolta nazionale dovuta alla legge del “macinato”, all’invasione libica, nel 1914 l’Italia dichiarerà guerra all’Austria.

Con la “neutralità”, l’Italia avrebbe ottenuto i territori austro-ungarici popolati da comunità di lingua italiana.

Ppreferirà intervenire nel conflitto e sacrificare un milione trecento mila , tra militari e civili.

Come nota Romano tale decisione presa dal presidente del consiglio Sonnino fu determinata dalla convinzione che “la guerra avrebbe giustificato l’autorità dello Stato, avrebbe dato alla società nazionale il senso di una missione comune e, più tardi, il comune ricordo di una grande esperienza collettiva.

La guerra avrebbe creato il consenso.

Le istituzioni(vale a dire la monarchia) avrebbero tratto dalla guerra un grande vantaggio morale.

Voltare le spalle alla guerra avrebbe indebolito la sua autorità e la sua legittimità.

La monarchia- pensava Sonnino- non sarebbe sopravvissuta alla conclusione di una pace dalla quale l’Italia non fosse uscita politicamente e territorialmente ingrandita”.

L’imperialismo risorgimentale che considerò il primo conflitto mondiale, l’ultima guerra per l’indipendenza, nel suo cinismo totale giustificherà la “mattanza” con la redenzione ottenuta delle comunità nord adriatiche.

Lo stato risorgimentale monarchico e militarista concluse il suo ciclo nella soluzione più naturale: il fascismo.

Questo regime fu in grado di creare in molte nazioni europee movimenti fascisteggianti, in pratica un “Internazionale fascista”, utile per tenere a bada gli antifascisti italiani e premere sui governi stranieri.

Il fascismo trascinò l’Italia nel “disastro” e, come conclude Romano, l’Italia fu “sconfitta”, divisa contro sè stessa, respinta verso le zone più oscure della sua storia, e sopratutto, con la sensazione di aver perso il sentimento di un destino comune”.

 

ALTIERO SPINELLI

Altiero Spinelli “al confino”, elaborò nel 1941, un testo profetico il “Manifesto” di Ventotene nel quale indica come strumento di redenzione per l’Italia e il continente europeo travolti dalla violenza nazi-fascita un Europa unita federale e solidale.

Un Europa che sia in grado di superare gli stati nazionali e il fascismo e di risolvere i conflitti nelle zone di confine.

Il progetto europeo in questi ultimi decenni si è arenato per colpa della cosidetta “Europa delle patrie”.

I sovranisti sempre più minacciosi evocano il ristabilimento di un passato nefasto e pongono le basi di una nuova rete europea fascista.

L’unico rimedio è nei movimenti europeisti che puntano ad un Unione Europea di persone e non di Stati.

Europa Now e Più Europa lottano per un futuro che salvaguardi un sentimento prezioso; il destino comune europeo.

 

Category: Irredentismo, Remo Calcich

- 19 Novembre 2018